Allorché il fascio ultrasonoro incontrerà un ostacolo, verrà riflesso, assorbito, deviato o diffratto, secondo le leggi comuni a tutti i fenomeni di propagazione delle onde. Le onde riflesse hanno stessa frequenza di quelle incidenti, ma sono sfasate rispetto ad esse, anche in funzione del cammino percorso (la distanza fra trasduttore e vari punti della superficie dell’ostacolo). Analoga sorte per le onde diffratte: il segnale che torna alla sonda-trasduttore è complesso, perché è la risultante della sommatoria di molte onde di ugual frequenza, ma sfasate, e di onde di frequenza diversa, anch’esse sfasate. In sostanza i principi alla base dell’esame ecografico in medicina sono gli stessi del Radar e del Sonar. Le apparecchiature più sofisticate consentono un’analisi finemente dettagliata di tutti gli ultrasuoni (echi) riflessi, ottenendo informazioni anche sul flusso ematico nei vari organi studiati. Nelle condizioni dell’esame, l’attraversamento dei tessuti da parte degli ultrasuoni non genera apprezzabili conseguenze: per questo non sono stati documentati allo stato attuale effetti dannosi imputabili all’ecografia. La si può considerare un esame assolutamente privo di rischi e senza controindicazione alcuna.